Una volta, quando ancora la televisione era in bianco e nero e con soli due canali, veniva trasmesso, in differita, solo un tempo di una delle partite giocate al pomeriggio (le gare si disputavano rigorosamente tutte allo stesso orario, in questo periodo con inizio alle 16.00). Di conseguenza, rispettando quell’antica tradizione, per presentare questa prima giornata del torneo indicheremo, come campo centrale, quello di Frosinone dove, alle 18.30 di sabato, il Napoli campione d’Italia in carica aprirà la propria stagione, con una neopromossa: proprio come accadeva in quegli anni. Gli azzurri devono essere indicati come la squadra da battere: nonostante le partenze di Kim e del tecnico Spalletti, restano un collettivo di ottimo livello e, soprattutto, collaudato. Non solo, la rosa ha dimostrato di essere in grado di reggere, fisicamente e mentalmente, il doppio impegno di Champions e campionato, fermo restando che quella passata, con il mondiale d’inverno, è stata un’annata anomala. Dietro di loro, gli squadroni blasonati del nord: l’Inter ha perso per strada qualche elemento, ma si è ringiovanita (perlomeno a centrocampo), e può contare su una spina dorsale collaudata e su un tecnico ormai al terzo anno di militanza nerazzurra. Certo, ci sono delle incognite: l’attacco è un grande punto di domanda, e dietro ci vorrebbe la certezza che alcuni protagonisti della grande cavalcata europea dello scorso anno si ripetano ai medesimi livelli. In porta, a nostro parere, Sommer dà qualche garanzia in più di Onana tra i pali, anche se (ma non ne siamo così certi) potrebbe difettare nella fase di costruzione dal basso. Il Milan ha cambiato tantissimo, e non ha certo brillato nel pre stagione. Davanti, non ci sono alternative a Giroud: Okafor, che a noi piace tantissimo, visto che lo abbiamo visto nascere calcisticamente a Basilea, non è una punta centrale. A centrocampo, se Krunic dovesse essere l’alternativa a Bennacer sino a gennaio, le gerarchie sono ancora tutte da scoprire. A Pioli manca duttilità tattica, dote che permette di adattarsi al parco giocatori: per noi, abituati in Svizzera a vedere allenatori che passano da un 3-5-2 a un 4-3-3 con un semplice cenno dalla panchina ai giocatori in campo, questa rigidità (non solo sua, ovviamente) resta un mistero insondabile. La Juventus, senza impegni europei, ha la possibilità di concentrarsi sul campionato. La situazione a Vinovo non è facile, con un equilibrio societario tutto da trovare e un allenatore sul quale, forse, non tutti credono ai piani alti della dirigenza. Tuttavia la sensazione è che, se i risultati dovessero arrivare, si troverà la coesione necessaria per andare sino in fondo. Le romane più l’Atalanta sono candidate a ben figurare, anche se la Lazio ha l’impegno in Champions da onorare e un fenomeno in meno a centrocampo. La Roma non ha ancora concluso la campagna acquisti (servirebbe un attaccante, ma non si sa se arriverà), mentre l’Atalanta ha cambiato tanto, monetizzando e, di fatto, aprendo un nuovo ciclo. Certo, ci sono scommesse, come nel caso di De Ketelaere dal Milan: ma sono le situazioni che piacciono a Gasperini. La Salernitana partirà a Roma domenica 20: i granata hanno tutte le carte per salvarsi anche quest’anno, consolidando la propria permanenza nel calcio che conta. Non ci sembrano inferiori alle neopromosse, sono partiti bene in Coppa Italia, anche se avevano davanti una squadra della serie inferiore, e hanno dalla loro una certa esperienza a questi livelli, che ha da sempre un peso specifico importante. Fiducia, quindi, a Paulo Sousa, un tecnico che abbiamo imparato ad apprezzare ai tempi della sua permanenza sulla panchina del Basilea, e alla sua capacità di unire una buona preparazione tattica alla capacità di lavorare con i giovani: i granata sono in buone mani. Ora il pallone, giudice insindacabile, inizi a rotolare: l’attesa degli appassionati è finalmente terminata.
“A cura di Silvano Pambianchi”