Una squadra perfetta deve avere un portiere che para tutto, un assassino in difesa, un genio a centrocampo, un mona che segna e sette asini che corrono. Parole di Nereo Rocco, il “Paron“, il tecnico che fece grande il Milan di Rivera negli anni Sessanta e Settanta.
E la Salernitana di Gipo Viani che conquistò 75 anni fa la prima promozione in Serie A nella storia della Bersagliera, un “mona” (scritto in tono assolutamente scherzoso, ci mancherebbe) che segna corrispondeva al “Figlio del Gol” di Agropoli: Vincenzo Margiotta. Nato nella splendida cittadina costiera cilentana il 10 gennaio 1917, figlio di Lorenzo, di professione macellaio e di Filomena Di Luccio, Margiotta arrivò al calcio (eccezion fatta per brevi parentesi nell’Agropoli) nel 1939, approdando in Serie C al Baratta Battipaglia.
La sua prima stagione fu inficiata da un infortunio al ginocchio procurato da uno scontro con il leccese Caldarulo. La stagione 1940/1941 fu più positiva, dato che fu la doppia in prima cifra con 11 reti realizzate. Margiotta nell’estate del 1941 passò quindi in prestito alla Salernitana (rifiutando, nel frattempo, di trascorrere un periodo di prova con la Juventus a Torino). La stagione fu semplicemente fantastica. Margiotta realizzò 24 reti, trascinando i biancocelesti al primo posto. L’ammissione al Girone Finale però venne annullata per un presunto illecito sportivo riguardante la corruzione del portiere della Cavese Cozzi.
Nel 1942 il ritorno al Baratta Battipaglia ma il calcio da lì a poco si fermò per la Seconda Guerra Mondiale. Due anni dopo, la ripresa. Margiotta venne ingaggiato definitivamente dalla Salernitana e con 10 reti contribuì nel 1944 alla conquista della Coppa della Liberazione. Altri 13 gol furono segnati nel Campionato Misto A/B e in un torneo con squadre di A, B e C vinto dalla Salernitana contro il Pescara in finale con doppietta dell’agropolese.
Il 7 settembre 1946 Vincenzo Margiotta convolò a nozze con Elisa Talamo. Un bellissimo prodromo per un campionato di Serie B che si rivelò straordinario. A livello personale con le 18 reti segnate e a livello di squadra con la promozione in Serie A. Una promozione che all’ultimo atto, 22 giugno 1947, Salernitana-Palermo 2-0 portò la sua firma con la doppietta decisiva.
In Serie A, però, le attese non furono confermate. A causa di numerosi infortuni fisici, Margiotta in massima serie siglò solo 3 reti: una nel successo interno per 5-2 alla Lucchese e una doppietta inflitto nel 4-1 al Genoa sempre al “Comunale”. Dopo la retrocessione, terminò la sua avventura in granata con 53 reti tra A, B e C e 32 in altri tornei. Un bottino che gli valse l’eterno appellativo di “Figlio del Gol“. La sua carriera proseguì con le maglie di Arsenal Taranto (finendo protagonista di un rissone con il Pisa per difendere un suo compagno anche lui ex granata, Vincenzo Voccia) e Battipagliese. Appese le scarpe al chiodo nel 1954 e allenò, a più riprese, Battipagliese, Agropoli e Barletta. Morì nella sua Agropoli il 9 marzo 1996.