Chi è Giuseppe Pucciarelli?
Una persona che devi legarla per mantenerla ferma. Mi divido tra Larino e Salerno. Innanzitutto, per amore perché nel piccolo centro molisano convivo con la mia compagna.E poi per lavoro, perché insegno a scuola Matematica e Fisica (sono Dottore di Ricerca in queste materie) sia a Larino che Termoli al Liceo ma contemporaneamente ho da poco terminato un assegno di ricerca all’Osservatorio Vesuviano di Napoli (con il quale ancora collaboro) e attualmente ho un piccolo incarico con l’Università Parthenope. E poi il giornalismo, la mia grande passione.Sono pubblicista dal 2017, mi occupo di ambiente (sono addetto stampa della Sezione Provinciale di Termoli dell’ANPANA, Associazione Nazionale Protezione Animali Natura Ambiente) e di sport. Di tanti sport su MondoSportivo.it, prettamente di Salernitana su SalernoGranata.it.
Come nasce l’idea del libro?
Innanzitutto, ti dico che su SalernoGranata.it mi occupo soprattutto della storia della Salernitana. Dato che il 2019 e’ l’anno del Centenario, cercavamo io assieme all’Editore Rocco Calenda e alla redazione qualche iniziativa particolare. E mi è venuto in mente: perché non accompagnamo il conto alla rovescia verso il 19 giugno con le cento città dove la Salernitana, nel bene e nel male, ha lasciato la sua impronta?Così è nata la rubrica “Il Giro Granata in 100 giorni”. Una rubrica che ha avuto un discreto successo. E allora, per non farla “perdere” nel mare magnum del web, mi sono detto di raccogliere in un libro le cento tappe. Fornendo poi alla fine del testo, in appendice, i dettagli delle partite descritte.
Un aneddoto che caratterizza la tua passione?
Ti dirò, forse è vero che ti senti più legato ai colori della squadra della tua città quando sei fuori. Appena dico che sono di Salerno, tutti automaticamente rispondono: “allora tifi Napoli”. E io con orgoglio a ribadire: “no, tifo Salernitana”. Ci sta una foto di un libretto degli anni Cinquanta che gira sul Web. Ha impresso il Cavalluccio disegnato dal Maestro Gabriele D’Alma e sotto la dicitura: “è dovere di ogni sportivo di Salerno portare in alto il vessillo della propria città”. Io non capisco tante cose. Ma soprattutto non capisco come non si possa tifare per la squadra della propria città. È davvero un qualcosa di innaturale.
Il tuo primo ricordo legato ai Granata
Purtroppo non posso ricordarmi della promozione in B del 1990, ma mi ricordo distintamente sia della cronaca di Bruno Pizzul dello spareggio salvezza del 1991, perso a Pescara contro il Cosenza. E mi ricordo che piansi per la retrocessione in C. Lacrime diventate poi sorrisi quando vedevo le sintesi di “C siamo” il lunedì pomeriggio su RAI 3, condotto da Carlo Verna da Napoli. I gol di D’Isidoro e Pasa prima, di Pisano poi. E non posso mai dimenticarmi la bandiera granata acquistata a Pastena il 22 giugno 1994, quando si festeggiava il ritorno in B dopo la vittoria al S.Paolo nella finale playoff contro la Juve Stabia.
La maggiore difficoltà incontrata nel redigere il libro
Quando si tratta di redigere un libro storico, la difficoltà è la ricerca dei reperti. Una grandissima mano me l’ha data il portale Salernitanastory.it di Gabriele Memoli. Una vera e propria enciclopedia della storia granata. A tal riguardo, qualcosa sta bollendo in pentola. Rimanete sintonizzati…
Se dovessi trasmettere ad un piccolo tifoso, la passione granata, cosa gli diresti?
Come sopra. Se sei di Salerno e sei orgoglioso di appartenere a questa città e sei appassionato di calcio, devi essere un tifoso della Salernitana. Perché indossare una maglietta a strisce è da tutti, vestire la casacca granata con l’Ippocampo sul petto è un onore che spetta solo ai migliori.
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